All'inizio era un parco. Il più grande e il più attrezzato
che Solbiate Olona potesse pensare avere, e mai avrebbe potuto realizzare con
le proprie forze. Su un'area, in via IV Novembre, destinata a cuscinetto tra la
zona industriale e quella residenziale. Quindi, spesa relativamente contenuta
per l'acquisizione di aree di valore limitato e libertà totale di attrezzarla. A
questo dovevano servire inizialmente le compensazioni di Pedemontana, nel pieno
rispetto della loro natura ambientale.
Unica colpa, essere state concordate da un'Amministrazione bruscamente
arrivata al capolinea. Prontamente, la successiva non ha esitato nel mettersi
all'opera e prendere decisioni, purchè mirate a distruggere tutto quanto realizzato
fino a quel momento.
Spazio così a un ribaltamento del progetto. Sentenziato come
a Solbiate un parco non servisse (come conferma la situazione attuale,
considerata la presenza praticamente irrilevante e la manutenzione
approssimativa), il cambio di rotta era deciso.
Nel pieno rispetto della frenesia di presentarsi sempre come i
primi, i più belli e i più bravi in qualsiasi situazione, con buona pace di buon
senso e interesse comune, la scelta va in direzione di qualcosa di comunque
promettente: "Valorizzazione dei percorsi storici tra il paese e la Valle
Olona". Prospettiva interessante, anche perchè al centro c'è il simbolo
del paese, la Scaletta.
Quando il progetto prende forma, almeno nelle promesse,
qualche cosa inizia a non quadrare. Si fa strada il sospetto sia qualcosa più
simile a favori reciproci e non compensazioni. Epicentro della trasformazione
diventa Piazza San Gervaso. In pratica, conclusione dei lavori realizzati in
passato nel centro storico fermi da dieci anni. Rifacimento del fondo,
sparizione di un paio di alberi doppo mezzo secolo di onorato servizio e destino incerto per il monumento ai
Marinai.
Quando il progetto arriva al dunque, dopo la ormai consueta inaugurazione
in stile autocelebrativo, la realtà è molto diversa da anni di proclami. Oltre
alla piazza di Solbiello infatti, sistemazione di via Olona e successivo
sentiero per il fondovalle. Dall'altra parte, rifacimento della Costaiola.
Punto. Nient'altro, almeno in concreto. O meglio, di
concreta utilità al paese. Viene infatti da chiedersi perchè sprecare i soldi
di Pedemontana nel rifare la massicciata di via Calvi, con tanto di impianto di
irrigazione, ridisegnata non più di dieci anni fa. Ancora più sospetto il
rifacimento di un tratto di pista ciclopedonale, lo stesso che Pedemontana
avrebbe comunque dovuto ripristinare dopo l'utilizzo come cantiere per la
costruzione dei viadotto e non ha mai rifatto. E nessuno ha mai osato
sollecitare.
Soprattutto, nel progetto non c'è tratta della Scaletta. A
meno di una lettura errata, una sorta di allucinazione collettiva, completamente
sparita. Il simbolo di Solbiate Olona, il passaggio cruciale di quel Ciclocross
ancora oggi ricordato dai campioni internazionali e inseguito dagli amatori
nelle gare attuali. La stessa Scaletta immolata sull'altare delle scuse quando
il Ciclocross ha dovuto ridimensionare le ambizioni. Quando l'appello dell'organizzazioneper un aiuto istituzionale (anche minimo, sarebbe stato più di niente) è stato ignorato
e al momento della resa dei conti la dichiarazione ufficiale era stata: "Il
Ciclocross non si può più fare perchè devono partire le opere di compensazione
legate alla Pedemontana, e non spetta a noi stabilire dove e quando inizieranno.
L'accordo prevede il rifacimento di tutti i percorsi storici. Tra questi
rientrano anche la Scaletta e il ciottolato".
Era l'ottobre 2013. Non contenti di avere perso un parco, cinque
anni di trasparenza a livello fiume Olona hanno portato a perdere anche
l'opportunità di ridare dignità al simbolo di Solbiate Olona. In compenso, si è
permesso a conoscenti di fare un'ottima figura, aprire dei cantieri giusto
quanto serve a scongiurare procedimenti per non aver realizzato le compensazioni
come da contratto. Una sorta di favore da presentare in occasione della prossima
mossa.
Giuseppe Goglio
giuseppe@valleolona.biz